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venerdì 4 aprile 2014

Displasia dell'anca

acetabolo e epifisi prossimale
La displasia dell'anca è la principale patologia dell'articolazione coxo-femorale del cane su base ereditaria e consiste in un inadeguato sviluppo dell'articolazione dell'anca che porta alla conseguente osteoartrite, una degenerazione dell'articolazione stessa. E' una patologia ortopedica non traumatica che si sviluppa nel primo anno di vita del cane fino alla maturità scheletrica. Non per forza i sintomi si manifestano immediatamente, poichè il dolore può essere inizialmente talmente lieve che il cane tende ad abituarsi al fastidio e se non lo si sottopone ad un'adeguata visita radiografica la patologia può con l'aumentare del tempo peggiorare fino a portare a sintomi visibili che vanno da una zoppia leggera ad una grave (artrosi cronica). I cani principalmente colpiti sono di taglia grande o gigante.
Innanzitutto l'anca è composta dal femore e dall'acetabolo che è l'incavo dove si inserisce la testa del femore sferica (epifisi prossimale):



Un cane esente dalla patologia avrà un corretto inserimento della testa del femore nell'acetabolo dato da un positivo equilibrio fra le forze esercitate dalle diverse strutture ossee, muscolari e tendinee. Nella displasia, invece, si ha uno scorretto sviluppo dell'articolazione ed una mancata congruenza tra femore e acetabolo. Proviamo ad immaginare una sfera che viene perfettamente accolta nella sua concavità e che ha quindi la capacità di scivolare perfettamente ad ogni movimento; e un cubo che viene ospitato in un incavo sferico.
Quale dei due usurerà le pareti circostanti? naturalmente il secondo, che con non l'andare del tempo, non farà altro che danneggiare sempre di più la zona considerata e provocare di conseguenza un forte dolore fino a non riuscire più ad utilizzare l'articolazione stessa.

FATTORI CHE FAVORISCONO LA DISPLASIA
Innanzitutto, come abbiamo appena visto, un corretto equilibrio tra le strutture ossee, componente muscolare, tendinea e legamentosa aiuta a tenere ben salda l'articolazione del cucciolo durante il suo accrescimento.
Vediamo quali sono i principali fattori che influiscono sull'avvenire della patologia:
  • Alimentazione: nei cuccioli durante l'accrescimento è vivamente sconsigliata una dieta ipercalorica e iperproteica, poichè tende ad aumentare velocemente il peso e l'accrescimento osseo. Se l'apparato scheletrico aumenta è però essenziale che anche la componente muscolare, legamentosa e tendinea facciano altrettanto perchè come abbiamo appena detto, un equilibrio corretto tra tutte le componenti strutturali comporta un corretto sviluppo.
  • Malattia ereditaria: l'ereditarietà è poligenica, il che significa che vengono sommati due o più geni che danno un solo carattere fenotipico. La malattia non si trasmette in tutti i soggetti geneticamente colpiti, un cane può essere portatore sano e trasmettere i geni ad un suo discendente senza però avere la certezza matematica che questa si manifesti. E' importante per questo motivo sapere che il patrimonio genetico dei genitori è libero dalla patologia non solo quando non l'hanno trasmessa ai figli ma quando anche tutti i loro parenti non sono mai stati ritenuti displasici.
    (Questa valutazione è molto importante nel caso qualche lettore avesse intenzione di comprare in allevamento un cane di razza predisposto alla malattia, come per esempio il Pastore Tedesco).
  • Esercizio fisico: anche questa componente se svolta in maniera eccessiva influisce negativamente sul corretto accrescimento del cucciolo. Immaginiamo in una corsa prolungata quanti traumi può subire il cane su un apparato scheletrico ancora in via di sviluppo. E' naturale che se il cane è predisposto geneticamente alla malattia o si trova comunque in un periodo sensibile di sviluppo, questa non esiterà a manifestarsi.

















MANIFESTAZIONE DELLA PATOLOGIA
La manifestazione dei sintomi non avviene in concomitanza con lo sviluppo della patologia. Nella maggior parte dei casi la malattia tende a svilupparsi durante il primo anno d'età del cane e continua a progredire nel tempo in modo inarrestabile per tutta la vita dell'animale. Abbiamo quindi davanti la possibilità che la manifestazione dei sintomi avvenga in qualsiasi anno d'età del cane, solitamente insorgono attorno ai 3 - 5 anni dell'animale, ma non è escluso che si manifestino anche in età avanzata.
Nei casi più gravi di displasia, si potranno avere cuccioli di sei mesi che accusano già dolore dopo determinati sforzi fisici come la corsa o le lunghe passeggiate. Si avrà un cucciolo pigro, che quando corre galoppa a balzi con difficoltà anche a salire le scale. In questo caso la zoppia può non esitare a manifestarsi.
Nella prima fase di sviluppo della patologia non si hanno sintomi poiché la fase è subclinica. E' proprio in questo momento che si deve intervenire con una terapia precoce, evitando così un forte sviluppo di artrosi e favorendo l'arrestarsi della malattia.
Un ulteriore categoria spesso sottovalutata sono i cani anziani. Si possono infatti fraintendere determinati sintomi che vengono attribuiti all'anzianità dell'animale ma che invece sono una conseguenza della patologia trascurata. Come nei cuccioli, bisogna agire tempestivamente su questi pazienti, dato che la malattia può portare velocemente ad ipertrofia muscolare, perdita di movimento (solitamente l'alzarsi da terra risulta molto impegnativo) o ad un'artrosi decisamente dolorosa che favorisce la disfunzione locomotoria.

CLASSIFICAZIONE FCI (Federation Cynologique Internationale) DELLA DISPLASIA DELL'ANCA
La classificazione FCI (Federation Cynologique Internationale) è accettata in tutti i paesi eccetto: USA (OFA - Orthopedic Foundation for Animal); Nuova Zelanda, Australia, UK (BVA/KC British Veterinary Association/Kennel Club).
Vediamo la classificazione sulla displasia dell'anca data dalla FCI  che si divide in 5 diversi gradi:

A. Normale
B. Quasi normale
C. Leggera displasia
D. Media displasia
E. Grave displasia

Grado A - Nessun segnale di displasia dell'anca




La testa del femore e l'acetabolo sono congruenti. Il bordo craniolaterale appare netto e leggermente arrotondato. Lo spazio articolare risulta netto ed uniforme. L'angolo acetabolare secondo Norberg è di circa 105° o superiore.

ENCI -Codifica secondo la classificazione della FCI 




Grado B - Articolazione dell'anca quasi normale




La testa del femore e l'acetabolo appaiono leggermente incongruenti e l'angolo acetabolare secondo Norberg è di circa 105° oppure il centro della testa del femore si trova medialmente al bordo acetabolare dorsale con congruità della testa del femore e dell'acetabolo.

ENCI -Codifica secondo la classificazione della FCI


Grado C - Leggera displasia dell'anca

 

La testa del femore e l'acetabolo appaiono incongruenti, l'angolo acetabolare secondo Norberg è di circa 100° e/o il bordo craniolaterale risulta appiattito. Possono essere presenti irregolarità o segni minori di modificazioni osteoartrosiche a carico del margine acetabolare craniale, caudale o dorsale o della testa e del collo del femore.

 ENCI -Codifica secondo la classificazione della FCI



Grado D - Media displasia dell'anca

 

 
Incongruità evidente tra la testa del femore e l'acetabolo con sublussazione. L'angolo acetabolare secondo Norberg è superiore a 90°. Saranno presenti un appiattimento del bordo craniolaterale e/o segni di osteoartrosi.

ENCI -Codifica secondo la classificazione della FCI 



Grado E - Grave displasia dell'anca

 
 Sono presenti modificazioni marcate di tipo displastico delle anche, come lussazione o sublussazione distinta, un angolo acetabolare secondo Norberg inferiore a 90°, un evidente appiattimento del margine acetabolare craniale e deformazione della testa del femore (a forma di fungo o appiattita) o la presenza di altri segni di osteoartrosi.

 ENCI -Codifica secondo la classificazione della FCI 


lunedì 24 marzo 2014

Leishmaniosi

La leishmaniosi è una malattia infettiva parassitaria molto diffusa in tutta l'area mediterranea.
La Leishmania Infantum è considerata attualmente l'agente eziologico della malattia nei cani. Questi animali rappresentano il principale serbatoio domestico del protozoo, mentre il serbatoio selvatico più importante è rappresentato dai ratti. La fonte principale di contagio rimane comunque il Phlebotomus papatasi, ossia il pappatacio che tende ad essere attivo da maggio ad ottobre quando la temperatura tende ad alzarsi intorno ai 15°-20° gradi.

DIFFUSIONE DELLA MALATTIA
Come abbiamo visto il contagio avviene tramite flebotomi che pungendo un animale portatore infettano l'animale punto successivamente. I pappataci tendono ad attaccare principalmente al tramonto, quindi quando la temperatura scende intorno ai 20° gradi. E' importante sottolineare che la trasmissione della patologia avviene solo ed esclusivamente tramite il flebotomo, il che significa che un uomo non può essere contagiato dall'animale stesso affetto ma solo ed esclusivamente dall'insetto.
La Leishmania ha un periodo di incubazione variabile da pochi giorni ad un anno. In questo periodo la malattia può essere asintomatica e il cane di conseguenza risulta essere portatore sano. Finche' la patologia non si manifesta è improbabile stabilirne la presenza tranne grazie a test preventivi di controllo annuali.

                                                      SINTOMATOLOGIA
A causa di un abbassamento delle difese immunitarie e dopo un periodo d'incubazione della patologia cominciano ad insorgere i sintomi che possono essere spesso molto gravi.

- A carico della cute si nota rarefazione del pelo, prevalentemente limitata nelle zone periorbitali, auricolari, perilabiali. Presenza di piccole ulcere sulla mucosa orale e nasale: epistassi recidivante *emorragia nasale*

- Comparsa di un eczema (reazione dermica infiammatoria), non puriginoso e molto evidente anche nei cani con mantello scuro

- Comparsa di ulcere nelle aree alopeciche e nella cute che ricopre la cartilagine auricolare







- Onicogrifosi, cioè una crescita anormale e abnorme delle unghie









- Congiuntivite prima catarrale e successivamente purulenta, con edema delle palpebre

Alcuni giorni dopo la comparsa delle prime manifestazioni cutanee, le condizioni dell'animale peggiorano sviluppando anemia, dimagrimento progressivo, febbre, diarrea, epistassi, tosse. I linfonodi aumentano di volume diventando duri al tatto ma non dolenti.
Nelle forme acute, l'anemia è avanzata e l'animale muore in stato cachettico. Nelle forme lievi, invece, sono visibili aree alopeciche, eczema furfuraceo e adenopatie (malattie delle ghiandole linfatiche).

LESIONI ANATOMO-PATOLOGICHE
Negli individui deceduti a causa di Leishmaniosi si riscontra ipertrofia della milza, congestione o degenerazione grassa del fegato. Linfonodi ipertrofici e congesti (ammucchiati). Il midollo osseo appare di colore rosso ed è gelatinoso mentre il tessuto adiposo appare scarso fino in certi casi in cui manca del tutto.

DIAGNOSI
Essendo una malattia da non trascurare per i suoi effetti altamente negativi sull'organismo dell'animale, è importante sottoporre il cane a specifici esami di laboratorio anche se c'è la presenza di lievi manifestazioni cutanee nelle zone dove è possibile che si manifesti la malattia.
Sono evidenziabili con esami aspecifici e aumento della gamma-globuline:
- Anemia: produzione carente da parte del midollo osseo di cellule ematiche (eritrociti o globuli rossi)
- Leucopenia: si riferisce alla diminuzione dei leucociti (o globuli bianchi) nel sangue
 - Disprotidemia: alterazione del contenuto proteico a livello ematico

Le impronte e gli strisci sul vetrino vengono eseguiti tramite prelievo del tessuto cutaneo lesionato, dai bordi delle ulcere, dai linfonodi superficiali *poplitei* o dal midollo sternale.
Con la colorazione di Giemsa (rosso per l'acido e blu di metilene per il basico), le leishmanie appaiono libere all'interno delle cellule endoteliali o dei macrofagi

Per individuare invece animali infetti asintomatici il metodo pià attendibile è l'immunofluorescenza indiretta.

PROFILASSI E TERAPIA
La profilassi consigliata è sicuramente la lotta ai flebotomi con l'uso di insetticidi.
Per quanto riguarda la terapia, invece, vengono utilizzati prodotti a base di antimonio che ad uso prolungato porta ad una regressione della sintomatologia ma purtroppo non ad una guarigione parassitaria.
Attraverso cicli ripetuti di somministrazione del farmaco con interruzioni di brevi periodo, si può portare l'animale a condizioni di vita accettabili, riducendo la concentrazione di leishmanie sulla cute e sottraendo così ai flebotomi importanti fonti di infezioni.

                                                                                   VACCINO

Il vaccino contro la Leishmaniosi è deputato ai cani che hanno un'età superiore a 6 mesi e consiste in una prima iniezione da ripetere dopo 3 e 6 settimane ed un richiamo dopo un anno.
Non possono essere vaccinate femmine gravide o in lattazione.
Prima del vaccino è consigliato sottoporre il cane ad un test per escludere la sieropositività alla Leishmaniosi.
Purtroppo il vaccino non garantisce una protezione completa dell'animale, quindi non è impossibile che il cane contragga la patologia. Le misure efficaci di prevenzione più la vaccinazione possono però sicuramente abbassare la percentuale di rischio di contrarre la Leishmaniosi.




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giovedì 20 marzo 2014

Guida del coniglio

                                                                                    CARATTERISTICHE FISICHE

Il coniglio fa parte dell'ordine dei lagomorfi, non è quindi un roditore come in molti pensano. La differenza tra lagomorfo e roditore è che il primo possiede una doppia coppia di incisivi nella mascella superiore, leggermente obliqui e a scalpello. I roditori hanno invece una sola coppia di incisivi presenti nella mascella superiore.
Tutti i denti del coniglio (6 incisivi - 10 premolari - 12 molari), hanno radice libera e sono di conseguenza a crescita continuta, proprio per questo motivo è essenziale fornire all'animale alimenti come pellet e fieno, in modo tale che aiutino a consumare la dentatura in continua crescita.
Grazie all'appartenenza della famiglia dei Leporidi, il coniglio possiede orecchie molto lunghe, solitamente erette tranne che in alcune razze nane e nella razza ariete che sono invece lunghe e pendenti. Le orecchie, sono indipendenti nel movimento l'una dall'altra, si direzionano verso la fonte del rumore che mette l'animale in allerta essendo a tutti gli effetti un predato e aiutano a manifestare gli stati d'animo dell'animale, quali ansia, paura o aggressività. Un'altra ottima funzione delle orecchie è quella della termoregolazione, sono infatti molto vascolarizzate.
La fenditura che distingue il labbro superiore in due parti uguali si chiama labbro leporino ed è una particolarità della sottofamiglia Leporini di cui fa parte.
Per quanto riguarda la vista, il coniglio ha un campo visivo di 190°, vede quindi lateralmente, quasi del tutto posteriormente e in alto. Avendo però gli occhi posizionati lateralmente, il punto cieco è esattamente dritto davanti a sè, per questo motivo si aiuterà con il tatto e con l'olfatto per afferarre il cibo.
Un'altra importante particolarità che lo lega alla famiglia dei Leporidi, è la maggiore lunghezza dei posteriori rispetto agli arti anteriori. Questa particolarità consente all'animale di poter spiccare lunghi balzi in caso di fuga. I posteriori vengono utilizzati dal coniglio nei momenti di paura o aggressività: possono essere frequenti i calci in caso di difesa.
Il coniglio mostra un ciclo stagionale di riproduzione ben definito: da febbraio ad agosto con un picco a maggio. La gravidanza dura 31 giorni e la nidiata solitamente è formata da 8 piccoli. Lo svezzamento avviene a 28-30 giorni. Il cannibalismo può manifestarsi nelle femmine primipare che se disturbate possono arrivare ad una situazione di stress e di paura talmente elevata che le porta a mangiare i suoi piccoli limitando così un possibile attacco del "predatore". Sembra che i fattori scatenanti siano legati all'ereditarietà, alla dieta e al troppo stress, oppure per eliminare un numero eccessivo di neonati selezionando i meno resistenti. I piccoli appena nati non vedono, non sentono e sono glabri.
La termoregolazione nel coniglio è in gran parte favorita dalla trachea oltre che dalle orecchie. Gli anelli cartilaginei che compongono la trachea sono infatti ampiamente vascolarizzati e in caso di eccessivo calore esterno, non potendo esserci iperventilazione, si ha una forte irrorazione di sangue che crea un'emorragia e nel momento del raffreddamento della mucosa tracheale si ha un conseguente raffreddamento del corpo.

ALIMENTAZIONE
Il coniglio è un animale strettamente erbivoro, non per questo motivo va alimentato solo con erba e verdura altrimenti lo stomaco si riempirebbe solamente di acqua.
Vediamo quali sono gli alimenti essenziali che devono far parte della dieta del coniglio:
  • Fieno: anche se a causa dell'essicazione questo alimento perde gran parte di minerali e vitamine, aiuta l'usura dei denti che sono in continua crescita.
  • Pellet: anche questo alimento aiuta l'usura dei denti e fornisce una carica energetica adeguata al volume dello stomaco dell'animale.
    Percentuali: Proteine: 17-18%; Fibra: 17-18% con un 10% di fibra indigeribile per favorire la peristalsi; Grassi: 2-4% max; 50% in estrattivi azotati.
  • Verdure fresche: possono essere inserite nella dieta in modo graduale, sedano, carota, finocchio etc. E' importante assicurarsi che il coniglio non abbia diarrea o che non produca feci molli, in questo caso gli alimenti sono da eliminare dalla dieta.
Gli alimenti da NON fornire all'animale sono:
- Miscele di semi, granaglie e fioccati
- Carboidrati: pane, biscotti, grissini (se non in piccolissime dosi come premio una volta a settimana)
- Zuccheri: favoriscono lo sviluppo di batteri intestinali dannosi. Non fornire come alimento frutta secca, melassa e semi.
- Il cioccolato e le foglie di patate, pomodori e melanzane sono tossiche.

Il coniglio ha la capacità di produrre autonomamente grazie ai batteri intestinali tutte le vitamine necessarie per garantire il suo benessere, ingerendole poi dal ciecotrofo. La vitamina D, invece, viene prodotta grazie ai raggi solari.

INDICI MICROCLIMATICI
Temperatura: 15° - 20° gradi / 32° - 37° per la nidiata
Umidità: tra il 40% e il 60%
Ventilazione: evitare il ricircolo dell'aria o una corrente d'aria diretta sull'animale, poiche' possono causare malattie respiratorie come la Pasteurella Multocida. E' importante il riciclo dell'aria perchè le deiezioni rilasciano molta ammoniaca e l'animale continuando a respirarla può andare incontro a patologie.

CIECOTROFIA ED APPARATO DIGERENTE
La fisiologia dell'apparato digerente del coniglio è denominata dal fenomeno della ciecotrofia. Si parla di ciecotrofia e non di coprofagia in quanto nel primo caso l'animale non ingerisce le feci ma un excreta elaborato dal cieco che contiene tutte le sostanze nutritive utili per il suo fabbisogno. La coprofagia è invece l'ingestione di feci e quindi non è che una patologia propria di diverse specie.
Il processo consiste nella produzione e nell'ingestione direttamente dall'ano di un excreta che l'animale comincia a produrre dalla terza settimana di vita. Dei pressorecettori posizionati nel retto avvertono il coniglio della presenza del ciecotrofo che appare raggruppato in 5-10 sfere riunite a grappolo, circondate da un sottile strato di muco e di consistenza molto più molle rispetto alle feci. Il coniglio ingerendolo non lo mastica ma lo insaliva e lo deglutisce intero. Il ciecotrofo contiene proteine, amminoacidi essenziali, vitamine minerali ed acqua mentre è povero di fibra grezza.
Come avviene la digestione nel coniglio?
Il coniglio è un animale monogastrico. L'alimento viene ingerito e arriva passando per il cardias nello stomaco. Lo stomaco del coniglio ha un pH di 1.1 e il contenuto non subisce troppe trasformazioni chimiche tranne che per la presenza di acido cloridrico. Il tempo di rimanenza del bolo è dalle 3 alle 6 ore. Successivamente il contenuto gastrico passa lentamente il piloro e raggiunge l'intestino tenue dove viene miscelato insieme alla bile, alle secrezioni enteriche e al succo pancreatico. I principi degradati vengono riassorbiti mentre la parte rimanente, dopo circa un'ora e mezza giunge nel cieco dla peristalsi e l'antiperistalsi. Se il contenuto ciecale arriva in questo tratto la mattina presto (si ipotizza che il coniglio essendo un animale notturno si alimenti come in natura la notte), subisce poche trasformazioni biochimiche, la parete del colon secerne muco che riveste le sfere via via formatesi che si raggruppano in grappoli allungati formando il ciecotrofo. Se invece il contenuto ciecale raggiunge il colon prossimale in altri momenti della giornata si possono verificare movimenti di peristalsi e antiperistalsi, i primi dei quali consentono la normale evacuazione del contenuto spingendo verso il colon distale particelle grossolane e fibra, mentre il secondo tramite le antiperistalsi riporterà il contenuto ricco di particelle solubili e di piccole dimensioni nel cieco.
ove sosta dalle 2 alle 12 ore, in media 8 ore, per subire la degradazione da parte della flora batterica. Il cielo è molto importante per la degradazione della cellulosa, vengono infatti liberati AGV (Acidi Grassi Volatili: butirrico, acetico e propionico), che entrano in circolo a causa della fermentazione della cellulosa. Successivamente il contenuto ciecale costituito per metà da particelle non degradate e per l'altra metà dai corpi batterici, passa nel colon prossimale, dove si ha una duplice azione:
Il transito digestivo del coniglio, se si considera il riciclaggio di una parte dell'alimento dura in media 20 ore.
Nei conigli alimentati a volontà la ciecotrofia si verifica dopo il picco di ingestione, mentre con l'alimentazione razionata avviene dopo i pasti.
I fattori che possono alterare la motilità intestinale sono solitamente legati a fattori di stress, come la vita sedentaria e quindi il poco movimento, naturalmente prima bisogna escludere qualsiasi tipo di patologia.

L'ALLOGGIO
I conigli non sono animali da gabbia, hanno bisogno di muoversi e di esplorare il territorio, tuttavia nei momenti di riposo o nei momenti in cui non può essere mantenuto sotto controllo è essenziale per la sua sicurezza mantenerlo in uno spazio delimitato. Le dimensioni della gabbia variano in base all'uso e in base alla taglia dell'animale, in ogni caso dev'essere abbastanza ampia per permettere all'animale di muoversi in totale libertà.

L'arricchimento ambientale è molto importante sia per consentire al coniglio di esprimere il suo etogramma sia per garantire il benessere.
E' utile posizionare una cassetta per i bisogni e una casetta per rifugiarsi da qualsiasi pericolo o per riposarsi.
Il tipo di fondo è molto importante per la salute del coniglio, soprattutto per evitare lesioni alle zampe dato che l'animale è privo di cuscinetti digitali e può andare facilmente incontro a pododermatite ulcerativa. Truciolo, pellet, paglia o segatura possono essere materiali ottimi per rendere il fondo morbido e accogliente.
E' importante non lasciare la gabbia all'aperto sotto i raggi solari, in modo tale da evitare un colpo di calore essendo già i conigli di natura molto stressabili. Ricordiamoci che lo stress nel coniglio gioca a favore di numerose patologie che anche se asintomatiche possono manifestarsi a causa di un mancato benessere psico-fisico dell'animale. Per esempio, la maggior parte dei conigli possono essere portatori della Pasteurella Multocida, una patologia che attacca l'apparato respiratorio dell'animale. In caso di stress (anche da calore) la patologia può manifestarsi sfruttando le basse difese immunitarie del coniglio.
La presenza di un contenitore per il cibo e di acqua sono naturalmente essenziali. E' consigliato l'abbeveratorio a goccia che si presenta facile da mantenere pulito.







PATOLOGIE
  • Malocclusioni: riguardano il prgnatismo o l'enognatismo. I denti sono da limare periodicamente dato che il coniglio può avere difficoltà ad alimentarsi. Le cause riguardano solitamente una dieta errata (fornire all'animale solo pellet non è corretto), una malformazione genetica o un'infezione.
    L'eccessiva salivazione e la perdita di peso per la mancata alimentazione sono uno dei primi sintomi. In ogni caso il prognatismo e l'enognatismo sono evidenti.
  • Blocco gastrointestinale o rallentamento gastrico: l'apparato gastrointestinale del coniglio deve sempre essere in movimento. Un rallentamento o un blocco possono essere causati da un'errata dieta molto povera di fibra e soprattutto da una vita sedentaria. Se il movimento gastrico rallenta c'è il rischio che nello stomaco si possa formare una massa compatta che porta ad un blocco gastrointestinale. I sintomi più frequenti sono: un evidente gonfiore dell'addome, feci molli e postura raccolta con occhi sbarrati.
  • Enterite: si tratta di un innalzamento del pH dello stomaco da 1.1, a valori che toccano 5 - 7.
    Il bolo che verrà trasportato nell'intestino e che non avrà subito un'adeguata trasformazione chimica nello stomaco, porterà con sè diversi batteri come gli E. Coli. Sembra che una dieta errata povera di fibra e lo stress siano le cause scatenanti.
  • Malattia Emorragica Virale (MEV): questa patologia è nell'80 - 90% dei casi mortale ed è altamente contagiosa. Il contagio avviene per contatto diretto o indiretto, in aria, nel fieno o tramite insetti o altri animali domestici. Le forme consistono in:
    - Iperacuta: l'animale muore improvvisamente senza manifestare nessun sintomo.
    - Acuta: l'animale mostra diversi sintomi quali febbre e emorragia dall'ano o dal naso.
    - Sub-acuta: l'animale mostra i sintomi della forma acuta ma le difese immunitarie sono talmente alte da garantirgli la sopravvivenza.
  • Mixomatosi: è una malattia virale che viene trasmessa per contagio ematico. I principali insetti vettori sono zecche, pulci e zanzare ma l'infezione può avvenire anche a causa di un accoppiamento in quanto vanno a contatto le mucose genitali.
    Si manifesta con una lesione dopo 4 - 5 giorni dal contagio e successivamente il virus comincia a moltiplicarsi nel sistema linfatico del coniglio infetto. I sintomi classici sono: blefarocongiuntivite, gonfiore sulle narici e sotto le orecchie e presenza di noduli solitamente benigni in zone prive di pelo.
  • Pasteurella Multocida: è una malattia causata dai batteri gram - ed essendo molto resistente in luoghi umidi e poco igienizzati può sopravvivere fino a quasi 3 mesi. Il contagio si ha per contatto diretto tra animali infetti o per contatto indiretto come gabbie o beverini infettati.
    La maggior parte dei conigli sono portatori sani della malattia, questa può essere infatti asintomatica fino a che lo stress, il cambiamento climatico o una situazione fisiologica dell'animale come l'età o la gravidanza influiscono sulla manifestazione del batterio.
    La pasteurella attacca inizialmente le prime vie respiratorie ma può raggiungere altri organi per via ematica. Il raffreddore e la tossa con ulteriore presenza di congiuntivite ed edema della terza palpebra sono i primi sintomi. La pleuropolmonite può essere mortale mentre la presenza di ascessi sottocutanei sono già sintomi di una malattia in stato avanzato. Il coniglio se non curato può andare incontro a setticemia e conseguentemente alla morte.
  • Pododermatite ulcerativa: questa infezione si sviluppa sulla pelle estremamente sottile delle zampe del coniglio. Le cause sono principalmente la vita sedentaria, il poco igiene e l'umidità ma soprattutto il fondo inadeguato della gabbia. L'infezione oltre che creare visibili ulcere sullo strato esterno di pelle, può coinvolgere anche il tendine e l'osso navicolare portando ad un'infiammazione osteo - articolare.
  • Rogna: è causata dagli acari che invadono l'animale e si localizza principalmente tra le dita delle zampe, sotto le ascelle e sui gomiti.
  • Micosi: sono causate da funghi che causano lesioni di pelle secche che si desquamano.
  • Miasi: le mosche depongono le uova sul pelo dell'animale. Successivamente le larve divorano il tessuto sottocutaneo dell'animale rilasciando sostanze tossiche che possono portare allo shock anafilattico. 
Coniglio nano - ariete

giovedì 20 febbraio 2014

Principali rischi alimentari

Molti tipi di cibi possono causare patologie negli animali, per questo motivo è utile avere alcune dritte su quali alimenti possano giovare alla salute del cane e del gatto.
Innanzitutto, è bene sapere che il gatto ha un'alimentazione strettamente carnivora. Questo perchè ha canini molto sviluppati per lacerare i tessuti e immobilizzare la preda ma anche molari e premolari meno sviluppati rispetto a quelli del cane. La funzione principale di questi denti è quella di triturare le sostanze fibrose che non fanno parte della sua dieta. Un ulteriore fattore è l'assenza dell'enzima amilasi nella saliva (essenziale per la digestione degli amidi) al contrario del cane che invece, oltre al'amilasi ha anche la capacità di trasformare gli amidi per mezzo dei succhi pancreatici. Sia il cane che il gatto sono animali monogastrici, la differenza è che il cane ha una dimensione e una presenza maggiore di ghiandole nello stomaco rispetto a quello gatto ed è proprio per questo motivo che il cane mastica sommariamente il cibo e fa circa due abbondanti pasti al giorno, mentre il gatto mastica con più attenzione e mangia piccole dosi. In entrambe le specie il bolo rimane nello stomaco dalle 3 alle 6 ore per poi raggiungere l'intestino tenue che nel cane è il 23% dell'apparato digerente mentre nel gatto solo il 15%.
Dopo aver fatto un breve e veloce riassunto sulle differenze digestive del cane e del gatto vediamo quali sono i principali cibi da escludere per evitare un'intossicazione:

                                                      AVOCADO
L'intossicazione può essere causata dal frutto, dalle foglie, dal tronco e dal seme, quindi questo alimento è pericoloso in tutte le sue componenti, anche se una percentuale più alta di intossicazione è stata riscontrata sulle foglie. Una quantità pari a pochi grammi di avocado può provocare la morte entro 48 ore se si tratta di un animale particolarmente sensibile, mentre solitamente il muscolo cardiaco viene danneggiato entro le 24 ore dall'assuzione di avocado.
Un altro sintomo evidente è l'infiammazione entro le 24 ore delle ghiandole mammarie nelle cagne o nelle gatte che allattano: le mammelle sono dure e gonfie e si può avere una riduzione di produzione di latte pari al 75%.
Il trattamento è sintomatico a base di farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS - una classe di farmaci dall'effetto anti-infiammatorio, analgesico ed antipiretico), antidolorifici e farmaci per lo scompenso cardiaco congestizio.

                                                            PASTA DI PANE
La pasta lievitata di pane è molto pericolosa se viene ingerita perchè provoca un rigonfiamento dello stomaco, anomalie metaboliche e depressione del sistema nervoso centrale.I prodotti della fermentazione del lievito includono l'etanolo, che viene immediatamente assorbito in circolo causando avvelenamento.

All'interno dello stomaco, la temperatura calda e umida aumenta la replicazione dei lieviti che espandono velocemente la massa della pasta. Lo stomaco si distende e conseguentemente riduce il flusso sanguigno causando difficoltà respiratoria.
I sintomi includono: distensione dello stomaco, depressione e numerosi tentativi di vomito spesso inutili a causa della natura glutinosa della pasta che ne rende difficile l'espulsione, in questo caso è utile sciacquare lo stomaco con acqua fredda, in modo tale da ridurre la velocità di fermentazione del lievito. Man mano che l'intossicazione progredisce, l'animale appare scoordinato e disorientato. I sintomi finali sono: severa depressione, coma, forte abbassamento della temperatura corporea o convulsioni.
Molto importante è il fatto che la pasta in espansione, può causare anche torsioni anomale dell'apparato digerente nelle razze di cane predisposte (solitamente le taglie grandi o giganti).
La diagnosi si basa sul tasso di etanolo presente nel sangue che causa l'intossicazione.
Se i tentativi di vomito non vanno a buon fine, la pasta deve essere rimossa chirurgicamente. Per quanto riguarda invece i trattamenti addizionali, comprendono farmaci che correggono le anomalie metaboliche e i disturbi a livello cardiaco. E' utile somministrare liquidi per aumentare la diuresi ed eliminare conseguentemente l'alcol.

CIOCCOLATO
Il cioccolato è un alimento molto velenoso a causa delle sostanze tossiche contenute al suo interno: la teobromina e la caffeina che stimolano il sistema nervoso centrale aumentando la diuresi e inducendo tachicardia. I sintomi che compaiono dopo 6-12 ore l'ingestione di cioccolato sono principalmente un'eccessiva sete, vomito, diarrea e eccitazione, progredendo poi in sintomi più gravi come perdita di coordinazione, tremori e convulsioni. L'animale emette grandi quantità di urina e sia il battito cardiaco che il respiro sono più rapidi ed irregolari, insieme a questi sintomi di avvelenamento si possono notare mucose e cute bluastre e infine febbre fino ad arrivare al coma.
Il veterinario dovrà stabilizzare i sintomi di avvelenamento con farmaci specifici per tremori, convulsioni e anomalie del ritmo cardiaco. Anche in questo caso è necessario somministrare all'animale dei farmaci che aumentino la diuresi per aiutare ad espellere la teobromina e la caffeina che circolano nell'organismo. Se invece sono passate meno di 6 ore, si può indurre il vomito tramite ripetute somministrazioni di carbone attivo.
Di seguito una lista di prodotti elencati in ordine decrescente in base alle quantità tossiche che contengono: polvere secca di cacao, cioccolato amaro, bucce dei semi del cacao, cioccolato semidolce e scuro dolce, cioccolato al latte (80g/kg peso sono letali per il cane) e cioccolato bianco (poche quantità di teobromina e caffeina, quasi innocuo).

                                                                         UVA E UVETTA
 L'ingestione di uva o uvetta causa insufficienza renale sia nei cani sia nei gatti che si sviluppa in 1-3 giorni e può portare alla morte. La quantità di uva associata a danno renale nei cani è circa 32g/kg peso, mentre la quantità di uvetta associata a sintomatologia varia da 11 a 30g/kg.
I sintomi che manifesta l'animale sono vomito e/o diarrea entro le 6-12 ore dall'ingestione di uva o uvetta, successivamente si può avere dolore addominale, disidratazione con conseguente sete eccessiva del cane. 
Se l'animale ha ingerito questi alimenti nei precedenti 15-20 minuti è possibile indurre il vomito somministrando carbone attivo. Se l'animale ne ha ingerito un grande quantitativo e sono insorti diarrea e vomito vanno somministrati liquidi per aumentare la diuresi fino a 48 ore. E' importante che il cane o il gatto producano un'alta quantità di urina, poichè se anche con l'aiuto di farmaci l'animale non urina la sopravvivenza è improbabile.






domenica 16 febbraio 2014

Vantaggi e svantaggi dell'alimento umido




 
                          VS    




Gli alimenti umidi contengono dal 60% al 90% di acqua a differenza delle crocchette che ne contengono dall'8% al 10%. Rispetto a queste ultime, l'umido è molto più caro ma anche molto più appetibile, riuscendo così ad accontentare in genere anche i palati più fini.
La troppa appetibilità, non è però sempre un vantaggio perchè rende l'animale incapace di autoregolarsi secondo il suo fabbisogno e di conseguenza a predisporlo a sovrappeso o addirittura obesità se l'alimento non viene correttamente razionato.
Un vantaggio importante è la conservazione a lungo termine dato che l'alimento viene particolarmente confezionato sottovuoto determinando l'uccisione dei batteri e l'impossibilità di contaminazione da parte di agenti esterni.
Uno svantaggio è invece quello che gli alimenti umidi, non sono sempre completi da un punto di vista nutrizionale e proprio per questo motivo è spesso essenziale integrare la razione con del cibo secco affinchè l'alimento apporti tutti i nutrienti.
L'elemento umido è spesso consigliato per motivi di inappetenza dell'animale oppure per motivi clinici. Per esempio, nel gatto l'umido è raccomandato per la prevenzione dei calcoli renali, data la grande concentrazione di acqua che detiene e che aiuta a smaltire i liquidi.




Alimentazione e benessere del cucciolo

L'alimentazione ed il conseguente benessere del nostro cucciolo o gattino, pongono le basi per un corretto accrescimento sia dal punto di vista fisico che psicologico.
Vediamo innanzitutto quali sono i fattori principali da monitorare in presenza di un cucciolo.

Peso alla nascita e IPMG
Il peso alla nascita riflette principalmente la possibilità di sopravvivenza del nostro piccolo. L'incremento ponderale medio giornaliero (IPMG) segna invece l'accrescimento dell'animale a distanza di tempo, per esempio, il peso nel cucciolo è sempre il doppio dopo 10 giorni dalla nascita ed il triplo dopo 20 giorni dalla nascita.
Razze giganti: il peso dev'essere l'1% del peso della madre.
Razze mini: il peso dev'essere il 6% del peso della madre.
Per nidiata: il peso della nidiata dev'essere compreso tra il 12% - 14% del peso della madre.

Sia il peso che l'IPMG devono essere monitorati ogni 24 ore nelle primo mese di vita del cucciolo.

Temperatura
La temperatura è un altro fattore determinante per la sopravvivenza del cucciolo. L'ambiente dove è posizionato il piccolo in sala parto deve essere tra i 24° e i 27° gradi; mentre per quanto riguarda invece l'area delimitata per i cuccioli deve esserci la presenza di una lampada (led rosso) che scalda i piccoli mantenendoli alla loro temperatura ideale cioè tra i 27° e i 32° gradi.
Quali sono i problemi di temperatura nel cucciolo?
  • Ipotermia: la temperatura del piccolo è al di sotto dei 35° gradi. La madre non lo allatta ed il cucciolo piange. La minore attività muscolare e gastroenterica portano ad un maggior rischio di ipoglicemia, ipotermia e disidratazione. Questa sindrome porta alla morte del piccolo e gli esemplari più a rischio sono i cuccioli orfani privati di colostro. Come abbiamo detto, il cucciolo non viene allattato dalla madre perchè essa lo rifiuta e questo fattore porta ad un esaurimento delle riserve di glicogeno e di grasso, per questo motivo il cucciolo va in disidratazione (ipossia, mancanza di H2O nell'organismo) e ipoglicemia. La temperatura conseguentemente si abbassa portando il piccolo all'ipotermia.
    Se la temperatura si abbassa fino a 32° gradi la situazione è critica.
    Trattamento:
    - riportare in modo progressivo e mantenere la temperatura a 34,5° gradi. Importante è non fornire cibo al cucciolo prima di aver stabilizzato la T°.
    - dopo il riscaldamento somministrare una soluzione salina con il 5% di glucosio.
    - somministrare reidratanti 1ml/30g bw.
    - antibiotico se necessario.
  • Pochilotermia: la temperatura dell'organismo varia con la temperatura dell'ambiente.
Ora che abbiamo visto i due fattori principali per la sopravvivenza del nostro cucciolo, vediamo l'alimentazione corretta seguendo i vari step di crescita del piccolo: dalla fase neonatale allo svezzamento.

COLOSTRO
Il colostro è il "primo latte" fornito dalla madre ai suoi piccoli che devono ricevere entro le 12 ore. E' un liquido giallo e più denso del latte, per questo motivo può essere un problema per i cuccioli che hanno difficoltà di suzione. Il 5% - 10% delle immunoglobuline vengono trasmesse dalla placenta, ed insieme al restante (IgG) si determina l'immunità del cucciolo contro agenti esterni. Il colostro ha quindi funzione di protezione del piccolo dal punto di vista immunitario e contribuisce ad evitare deficit a livello circolatorio.

LATTE
E' un alimento completo specie-specifico. Il latte delle diverse specie hanno infatti gli stessi componenti ma differenti percentuali, per esempio: la percentuale di lattosio nel latte di cagna è di 3,5% mentre nel latte di gatta è di 6,9%. Il latte di gatta, inoltre, possiede due amminoacidi essenziali (AA) che il cane non ha e sono: la Taurina, importante per la vitalità del neonato, una carenza potrebbe causare anche malformazioni e l'Arginina, che aiuta la detossificazione dell'urea.
Composizione: acqua; proteine; lattosio; vitamine.
Le poppate avvengono ogni 3 - 4 ore.

LATTE VACCINO
Il latte vaccino ha contenuto basso di energia, proteine, lipidi, calcio e fosforo per l'alimentazione sia di cuccioli sia di gattini. La qualità proteica può essere migliorata con l'aggiunta di un tuorlo d'uovo o di panna, ma in ogni caso i minerali rimangono in percentuale più alta nel latte di cagna e gatta. Una dose eccessiva di latte vaccino provoca diarrea e fermentazioni anomale.

LATTE RICOSTITUITO RICETTA
  • latte vaccino
  • panna (30% grasso)
  • tuorlo d'uovo
  • olio di mais
  • IMV
  • acqua
RICETTA CASALINGA PER CUCCIOLO ORFANO
  • latte concentrato non zuccherato 270 g
  • panna fresca                                 500 g   
  • 10 tuorli uova                               160 g
  • acqua minerale
    Totale:                                         1000 g
     
 Il latte artificiale dev'essere riscaldato a 37,8° gradi e preparato fresco prima di essere somministrato. I cuccioli mangiano a pasto 10-20 ml mentre i gattini 3-10 ml, dividere quindi in entrambi i casi la quota alimentare in 5-6 pasti. Naturalmente le dosi sono calcolate sul peso e l'età del piccolo. Successivamente, stimolare la minzione e la defecazione massaggiando la zona anale e perineale con un panno umido. Il cucciolo orfano è estremamente delicato e per questo motivo è necessario allestire un ambiente caldo ed igienizzato con umidità pari al 50%.
Per alimentare un cucciolo o gattino orfano è possibile anche utilizzare una madre addottiva per i primi 15 giorni. L'alimentazione totalmente artificiale, invece, può comprendere il biberon, o in casi estremi di problemi di suzione del piccolo o patologia, il sondino gastrico.


SVEZZAMENTO
Intorno ai 2-3 mesi comincia ad avvenire il distacco dalla madre. Il cane in questa fase consuma fino a 3 - 4 pasti al giorno. Questo momento per il cucciolo è stressante perchè oltre all'allontanamento dalla madre a cui è sottoposto avviene anche il cambio di alimentazione. La dieta comprenderà:
  • latte + cibo umido. Progressivamente eliminare il latte e passare al solo alimento per cucciolo acquistabile in tutti i negozi. Intorno alle 6-7 settimana per il cane e alla 8-10 settimana per il gatto, si comincia a somministrare del cibo secco. E' utile inumidire l'alimento in modo tale da renderlo più morbido.
 In sintesi l'alimentazione del cucciolo e gattino fino allo svezzamento segue i determinari processi:
  1. Nascita: colostro
  2. Neonato - 3 > 4 settimana: latte (cagna, gatta, ricostituito, vaccino)
  3. 3 > 4 settimana in poi: latte + cibo umido
  4. 6 - 7 settimane cane: cibo secco.         8 - 10 settimane gatto: cibo secco.

martedì 21 gennaio 2014

Acari delle orecchie e rimedi naturali (Fitoterapia e Floriterapia)




Gli Octodectes cynotis sono acari della rogna che infestano l'animale e vivono principalmente nel condotto uditivo esterno, causando una forte infiammazione e un conseguente arrossamento dell'orecchio.
Sono acari la cui presenza si nota maggiormente durante i mesi caldi e negli animali più deboli si presentano come un problema difficile e delicato da risolvere poichè le loro uova si schiudono periodicamente e sono molto resistenti. Per questo motivo il trattamento dal punto di vista "naturale" va protatto per lungo tempo.

Segni clinici 
I segni clinici più comuni sono:
  • infiammazione del canale uditivo con conseguente arrossamento.
  • cerume nero che si accumula nel canale auricolare, nel lato interno del padiglione e nelle pieghe cartilaginee.
  • prurito intenso in caso di intensa infestazione parassitaria.
  • l'animale si gratta violentemente la testa, le orecchie e scuote la testa.
Gli acari, anche se sono minuscoli parassiti, sono visibili ad occhio nudo. E' infatti utile prelevare materiale dall'orecchio su un batuffolo di cotone e metterlo sotto una lampada. Il calore stimola il movimento degli acari che appaiono come puntini chiari che si spostano.
                    La trasmissione avviene per contatto diretto tra animali.

Rimedi - Fitoterapia e Floriterapia
I parassiti possono inizialmente infestare le orecchie e successivamente muoversi verso la testa e la coda.
Quando gli acari sono presenti, possono esserci anche batteri e infezioni fungine secondarie, questo perchè il cane o il gatto hanno una difesa immunitaria bassa causata dall'azione del parassita. E' quindi necessario curare prima l'infezione batteriologica e fungina e successivamente attuare l'uccisione dei parassiti.
Vediamo ora quali sono le cure naturali per debellare il parassita e la conseguente infiammazione:

Partendo dal presupposto che le sostanze oleose "soffocano" gli acari:
  • Aggiungere a 30 ml di olio di mandorle o di oliva:
    400 ui di vitamina E
    3 gocce di Crab Apple (Fiore di Bach n. 10)
    3 gocce di Star of Bethlehem (Fiore di Bach n. 29)
    3 gocce di Agrimony (Fiore di Bach n. 1)
Questa terapia serve ad eliminare il prurito e a favorire la guarigione. E' importante dopo aver messo l'olio, massaggiare delicatamente appena sotto l'orecchio in modo tale da essere sicuri che tutte le parti comprese le pieghe cartilaginee vengano a contatto con il liquido.
Questa terapia va eseguita 1 o 2 volte al giorno in base alla gravità dell'infiammazione e dell'infestazione del parassita per 1 settimana. Successivamente dev'essere lasciata a riposo la zona per 3 giorni in modo tale da stimolare il processo di riparazione attuato dall'olio.
A seguire utilizzare:
  • Tintura di Rumex crispus diluita in acqua:
     9 gocce in acqua in un cucchiaio da tavola

    In questo caso la terapia deve essere effettuata ogni 3 giorni per 6 settimane. Ripeto che il trattamento è prolungato per la notevole resistenza delle uova degli acari e per il fatto che le uova si schiudono
    periodicamente.
    Infine, è importante lavare la testa e la coda dell'animale con uno shampoo specifico come per esempio il "Chifa - Shampoo Dog" specifico per il cane che associa il detergente al trattamento antiparassitario.
    Per quanto riguarda l'alimentazione, invece, in caso di parassitosi è sempre consigliato un supplemento di aglio e... lievito di birra.